Introduzione
Fino al 50% dei fibromi uterini causano sintomi abbastanza gravi da giustificare la terapia. La terapia chirurgica, a seconda del tipo di mioma, può consistere in miomectomia e isterectomia (per via addominale, laparoscopica o vaginale), miolisi o resezione isteroscopica. Negli ultimi anni, i ginecologi sono diventati sempre più interessati alla chirurgia mini-invasiva, che ha portato a uno spostamento verso l’approccio laparoscopico per la terapia chirurgica., Nonostante i suoi vantaggi (ad esempio, cicatrici minime, traumi chirurgici minimi, aderenze minime e dolore postoperatorio minimo e soggiorno postoperatorio), l’approccio laparoscopico è meno conveniente rispetto alla via laparotomica a causa del tempo operativo prolungato e degli strumenti costosi. Inoltre, nei casi di fibromi ingrossati, numerosi e intramurali, la laparoscopia non consente una facile rimozione del mioma; né consente una sutura ottimale della parete uterina, a meno che non venga eseguita da un esperto chirurgo laparoscopico.,
Recentemente, la minilaparotomia è stata proposta come alternativa all’approccio laparoscopico per il trattamento chirurgico minimamente invasivo della malattia ginecologica benigna. L’obesità grave (indice di massa corporea > 35) e il desiderio di gravidanza, tuttavia, possono essere considerati come possibili controindicazioni alla minilaparotomia. Nel primo caso, l’incisione laparotomica può dover essere estesa; e nel secondo caso, il trauma tissutale agli organi riproduttivi può essere maggiore di quello causato dall’approccio laparoscopico.,
Una terza possibile via alternativa per il trattamento chirurgico delle patologie uterine benigne, è l’approccio vaginale (Figura 1). Davies e colleghi hanno descritto per la prima volta la tecnica chirurgica della miomectomia posteriore vaginale in una serie di pazienti e non hanno riportato gravi inconvenienti. Nel 1998, Bessenay e colleghi hanno riferito su 26 donne sottoposte a miomectomia vaginale dopo culdotomia, che in alcuni casi è stata assistita per via laparoscopica., Nel 1995, avevamo già descritto una cistectomia di cisti ovariche dermoidi eseguita attraverso una culdotomia posteriore assistita da laparoscopia in una serie di 18 pazienti, senza alcuna relazione di aumento della morbilità. Più recentemente, abbiamo eseguito un confronto retrospettivo tra la rimozione laparoscopica totale (56 casi) e la rimozione vaginale diretta (30 casi) dei dermoidi ovarici, e abbiamo mostrato pochi ma significativi vantaggi della rimozione vaginale, in particolare in relazione al tempo operativo e all’esito postoperatorio.,
L’illustrazione mostra l’accesso anteriore e posteriore alla parete uterina.
Avendo ottenuto risultati incoraggianti in questi studi, abbiamo progettato uno studio pilota per valutare la sicurezza chirurgica e la fattibilità della miomectomia vaginale. In questo studio, descriviamo la tecnica chirurgica della miomectomia vaginale per fibromi uterini posteriori e anteriori (Figure 1A e 1B) e riportiamo i dati chirurgici e la morbilità nei pazienti sottoposti a questo trattamento.